Il 2013 ha portato diverse consapevolezze e paradossalmente il mio più grande cambiamento è stato tornare alla mia situazione di 7 anni fa, quando iniziai a vivere da sola.
Tornare al passato è stato come “ritrovarmi” in un certo senso, riflettere e capire dove sto andando, capire chi sono, cosa voglio e soprattutto cosa posso ottenere ma al tempo stesso è stato anche un tornare indietro in senso negativo.
Anni fa sognavo di fare un po’ di “gavetta” nell’autoproduzione, mi ero creata un giardino sul balcone, avevo iniziato a piantare un piccolissimo orto nei vasi, creavo cosmetici e detersivi, facevo il pane in casa, risparmiavo il più possibile, studiavo le piante, gli oli essenziali, la decrescita e tanti altri argomenti perché pensavo che un giorno avrei potuto mollare tutto e trasferirmi in qualche paesino in campagna e mettere a frutto le mie conoscenze.
E così ho fatto un passetto in più, mi sono trasferita anche fuori Milano per provare la vita lontano dalla città, per capire come cavarmela ancora di più da sola e con un affitto da pagare, insomma ero lanciata in avanti e ben decisa.
Questi anni e gli accadimenti verificatisi nella mia famiglia mi hanno fatto capire che non potrò mai andarmene da Milano se non da anziana (se mai ci arriverò e se comunque avrò la salute).
A differenza di molti ho una madre che ha bisogno di assistenza 24 ore su 24, per ora se ne occupa mio padre ma quando verrà a mancare dovrò pensarci io e già ora devo essere molto presente nella loro vita perché hanno bisogno di me per gestire diverse cose.
I miei sogni si sono spiaccicati sulla realtà come un budino lanciato dal decimo piano che si sfracella sul marciapiede.
Alla sofferenza di questa situazione familiare si è aggiunta quella di constatare che moltissime delle mie amicizie sono evaporate.
Gente che si è fidanzata ed è praticamente sparita, gente che ha cambiato città, paese o sta per farlo, gente che dovevo sempre contattare io altrimenti non l’avrei più sentita e quando ho smesso di farlo è sparita, ecc ecc…
Tutto questo processo, durato circa due anni, mi ha indurita moltissimo.
Uno spera sempre che non succeda ma d’altronde quando si vede così tanto menefreghismo nonostante l’amicizia durata anni, i giorni trascorsi insieme, i numerosi inviti, le gentilezze e i regali, l’esserci sempre per sfogarsi e via dicendo non resta altra scelta che adeguarsi e inevitabilmente si diventa menefreghisti a nostra volta.
Onestamente non me ne frega più un cazzo di nessuno a parte due sole eccezioni, tutti gli altri son solo conoscenti sporadici.
E poi mi chiedono come mai mi sono indurita!
Il mio sogno si è infranto e le persone che credevo amiche sono sparite quindi scusate ma ormai me ne frega ben poco di ciò che pensate.
Mi sono ancorata alla realtà per non cadere, ho spazzato via la cortina fumosa dell’essere sempre sorridente e amica di tutti per pensare un po’ al mio futuro e alle cose serie, in questo caso rappresentate da alcuni investimenti che dovrò seguire molto attentamente e farmi anche carico di tante altre cose familiari che mio padre mi passerà e che dovrò gestire quindi il tempo per pensare alle cazzate proprio non ce l’ho.
Il mio stato d’animo non ha potuto esimersi dallo spazzar via anche altre cose: ho smesso di essere vegetariana, ho dato via entrambi i miei gatti, non riaprirò il negozio online che mi ha fatto solo sprecare tempo ed energie, anche perché l’uncinetto ora è solo un passatempo sporadico e ho ben altro a cui pensare.
Sono una donna di 32 anni, ho una casa di proprietà, un lavoro a tempo indeterminato che spero di conservare ancora per molti anni, un fidanzato da più di due anni con il quale ogni giorno ci amiamo più del precedente, diversi investimenti da seguire e posso anche permettermi di togliermi degli sfizi comprando ciò che più mi piace quindi a questo punto ho abbandonato i panni della “visionaria decrescita felice” per far fruttare ancora di più e meglio la mia vita ed essere felice con quello che ho (che è davvero molto).
Ai primi di marzo sarò nuovamente a Milano e cercherò di farmela piacere a tutti i costi; io odio questa città ma sono costretta a rimanerci e non posso cambiarla, l’unica cosa che posso cambiare è il mio approccio ad essa ed è quello che farò.
Ma una cosa è certa: non permetterò mai più a nessuno di avvicinarsi tanto a me da ferirmi ancora, sono e saranno tutti semplicemente conoscenti con i quali passerò il tempo e bei momenti ma mai più aprirò il mio cuore e li lascerò entrare, sia quelli vecchi che quelli nuovi.
Mi spiace ma Sveva ve la siete giocata e non c’è più per nessuno, se non per se stessa.
Felice 2014 a me!